Lavoro, si rafforza l'occupazione ma non per i giovani. Dopo i voucher è boom di lavoro a chiamata

Lavoro, si rafforza l'occupazione ma non per i giovani. Dopo i voucher è boom di lavoro a chiamata

28 settembre 2017

Nel secondo trimestre 2017 prosegue la tendenza all'aumento dell'occupazione su base annua e in termini congiunturali. Gli occupati salgono a quota 22 milioni 985 mila persone, in crescita sia su base annua (+0,7%, +153 mila) sia sul trimestre precedente (+0,3%, +78 mila). Tale andamento si accompagna alla riduzione della disoccupazione sia tendenziale che congiunturale e il numero di inattivi registra un nuovo, ma meno intenso, calo su base annua e un lieve aumento rispetto al trimestre precedente. Stona in questo quadro il numero di occupati tra i giovani 15-34enni, che rimane stabile rispetto al trimestre precedente e torna a calare su base tendenziale (-0,7 per cento, -38 mila unità). E' questa la fotografia trimestrale scattata da Istat, Ministero del Lavoro, Inps e Inail che hanno pubblicato la quarta nota sulle tendenze dell'occupazione relativa al secondo trimestre 2017.

"Le dinamiche del mercato del lavoro - si legge nella nota - si sono sviluppate in un contesto di significativa e persistente crescita del prodotto interno lordo, che ha segnato nuovamente un aumento congiunturale dello 0,4%, con un tasso di crescita tendenziale che ha raggiunto l'1,5%". L'input di lavoro misurato in termini di ula (unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) mostra una dinamica più lenta rispetto a quella del Pil (+0,2% sotto il profilo congiunturale e +0,7% in termini tendenziali).

Il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 57,8%, in crescita di due decimi di punto rispetto al trimestre precedente. Considerando l'ultimo decennio (2008-2017), il tasso recupera oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo (terzo trimestre 2013, 55,4%) ma è ancora distante di un punto da quello massimo registrato nel secondo trimestre del 2008 (58,8%).

La crescita tendenziale dell'occupazione è ancora interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in termini sia di occupati (+2,1%, Istat) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell'industria e dei servizi (+3,2%, Istat). Ciò trova conferma nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle comunicazioni obbligatorie rielaborate  (+437 mila posizioni lavorative nella media del secondo trimestre 2017 rispetto al secondo del 2016, e nei dati dell'Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private (+553 mila posizioni lavorative al 30 giugno 2017 rispetto al 30 giugno 2016). Si conferma anche il carattere di tempo determinato della nuova occupazione dipendente.

E' intanto boom nella crescita dei contratti a chiamata, complice l'abrogazione dei voucher scattata a metà marzo scorso: dopo il +13,5% registrato nei primi tre mesi del 2017, nel secondo trimestre il numero dei lavoratori intermittenti è salito al +73,7%. Erano invece quattro anni che si registravano cali. Il balzo, che significa un +92mila lavoratori intermittenti, corrisponde proprio ai mesi intercorsi tra lo stop ai vecchi voucher e la messa a punto dei nuovi Libretti di Famiglia e Contratti occasionali per le imprese. Dal punto di vista del lavoratore, il contratto a chiamata è un vero e proprio rapporto subordinato con maggiori tutele dal punto di vista retributivo e di stabilità del rapporto.

Sostanzialmente stabile l'intensità lavorativa misurata come numero medio di giornate retribuite nel mese, pari a 10. Sale anche il numero dei lavoratori coinvolti nel lavoro somministrato: l'aumento annuo tocca il valore massimo (+24,4%) degli ultimi 5 anni a fronte di una stabilità di intensità lavorativa (21 giornate retribuite nel mese).

http://www.repubblica.it/economia/2017/09/28/news/lavoro_si_rafforza_l_occupazione_ma_non_per_i_giovani-176734789/

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