Donne nei cda: le quote rosa migliorano la performance
25 settembre 2018
Un Quaderno di ricerca Consob ha verificato gli effetti della legge Mosca sulla composizione dei consigli delle società quotate. Dove è aumentata la presenza di laureati e sono migliorati i risultati economici.
MILANO - Le quote rosa nei consigli di amministrazione fanno bene. Sotto il profilo dell’equità sociale ma anche dal punto di vista delle società quotate: la presenza delle donne nei cda migliora infatti la qualità dei risultati; insomma, fa bene all’azienda. A queste conclusioni è giunto un Quaderno di ricerca della Consob, che ha studiato la “gender diversity” e ha misurato l’impatto della nuova composizione dei consigli, post introduzione della legge Golfo-Mosca (del 2011) sulle cosiddette quote rosa.
L’analisi prende in esame le società quotate, in un arco di tempo più ampio di quello di applicazione della legge (2008-2016), per misurare meglio le variazioni. E la prima considerazione è che la legge ha funzionato: nel 2010 solo il 7% dei consiglieri era declinato al femminile, mentre nel 2016 la quota era salita al 33,6%. Ormai quasi tutti hanno applicato la legge: solo il 6,6% è ancora fuori, mentre nel 2014 il 40,7% delle società non l’aveva ancora fatto (la legge dice che l’obbligo delle quote rosa scatta al primo rinnovo del board, post quotazione).
Ad esempio, partendo da una presenza donne del 40%, un aumento di un punto percentuale della presenza delle donne in cda porta ad un miglioramento del Roa (Return on assetts) di poco più di un punto percentuale. Ma attenzione: c’è bisogno di una “massa critica”, altrimenti l’apporto rischia di essere persino negativo. I ricercatori hanno verificato infatti che solo a partire dal 20% di presenza femminile nei consigli ci sono effetti benefici: insomma, se le donne sono troppo poche non riescono a contare.
https://www.repubblica.it/economia/miojob/2018/09/21/news/gender_gap_quote_rosa_consob-206956890/
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