Bocciatura in assemblea per il presidente dell'istituto: niente riconferma. Il 54% dei soci sceglie la lista Fedeltà alla cooperazione, più legata alla vecchia gestione. Botta e risposta tra il presidente Bini Smaghi e l'ex dg. L'ex board Bce: "E' doloroso accusare gli amici ma devo farlo nell'interesse dell'istituto".
Il presidente di Chiantibanca Lorenzo Bini Smaghi è uscito sconfitto dalle votazioni per il nuovo cda della banca. Il 54% dei soci ha infatti scelto la lista Fedeltà alla cooperazione, più legata alla vecchia gestioni di Chiantibanca. La differenza dei voti tra le due liste è di circa 400 unità. L'assemblea di ChiantiBanca ha anche approvato bilancio e adesione a Cassa Centrale Banca del Trentino. Ora si aspetta l'esito del voto per il cda.
"E' doloroso accusare amici che un anno fa mi hanno chiamato alla guida di questa banca, ma devo farlo nell'interesse dell'istituto". Lo ha detto il presidente di Chianti Banca Lorenzo Bini Smaghi, riferendosi all'ex direttore generale Andrea Bianchi, nel corso del suo lungo intervento all'assemblea dei soci in corso all'Obihall. Bini Smaghi ha letto le relazioni dell'organo di vigilanza interno e di Bankitalia che hanno sollevato gravi irregolarità di gestione fino ad un anno fa e ha concluso con il monito dell'istituto di via Nazionale: "La scelta che l'assemblea deve fare è funzionale al risanamento necessario alla banca. Bankitalia si riseva ogni ulteriore intervento a tutela dell'istituto". Espressione che suona come un rischio di commissariamento se la gestione non tornerà positiva.
Nell'assemblea si consuma lo strappo finale e pubblico tra due ex amici. Un anno fa l'allora direttore generale, Andrea Bianchi, aveva portato alla presidenza della Banca Bini Smaghi. C'era in ponte l'ipotesi way out, la prospettiva di trasformare la banca cooperativa in spa, l'ex board Bce aveva il profilo giusto per aiutare Bianchi a trovare soci e capitali. Ma Bini Smaghi si è scontrato, da una parte con la difficoltà di recuperare investitori, e dall'altra con l'impetuoso emergere di credito deteriorato e poi irregolarità varie compiute in ChiantiBanca che hanno messo in fuga i possibili partner industriali, a cominciare da Banca Sella. E così Bini Smaghi è stato costretto a girare le spalle all'ex amico Bianchi, per il credito deteriorato, per il bond da 100 milioni al centro di una alterazione contabile con riapertura e ricompliazione a tempo scaduto dei verbali. E non solo. In assemblea Bini Smaghi ha tirato il ballo l'aumento di stipendio da 100mila euro che Bianchi si è concesso nel 2015 - allargando l'aumento anche ad altri dirigenti e funzionari - un fatto solo moralmente censurabile secondo Bankitalia. "E' stato fatto per compensare il venir meno di bonus a causa di insufficienti risultati della Banca" ha detto Bini Smaghi.
A Bianchi sono stati alla fine concessi 15 minuti per parlare. "Ho sempre fatto l'interesse della banca, mai quello personale", ha detto l'ex dg, citando il caso del Btp da 100 milioni. "Abbiamo sbagliato nella contabilizzazione, è vero, ma lo abbiamo fatto nell'interesse della banca, per evitarle perdite di esercizio, considerando poi che l'operazione si è conclusa nel 2016 con un beneficio per la banca di oltre 3 milioni di euro". Bianchi ha ricordato la straordinaria crescita, sotto la sua gestione, della Banca, passata da 7 a 52 sportelli. Infine, sulla contestazione del suo aumento di stipendio, deciso nel novembre 2015 e retrodatato al mese di maggio (da 400 a 500 mila euro), Bianchi ha sostenuto che non fu una sua richiesta, ha riconosciuto di aver sbagliato ad accettare, ma anche ricordato che in Italia molti altri nel suo ruolo di responsabilità guadagnano di più.
Oltre 2.500 i soci di Chianti Banca arrivati in treno, auto e pullman all'Obihall per l'incandescente assemblea che deve aprovare il bilancio con oltre 90 milioni di buco ed eleggere il nuovo cda. Secondo quanto filtra dall'interno (i giornalisti non possono assistere, l'ingresso è per i soli soci) c'è stata subito bagarre nelle prime battute dell'assemblea, l'ex direttore generale Andrea Bianchi, che si è dimesso dopo i pesanti appunti sulla gestione mossi da Bankitalia, ha interrotto il presidente Lorenzo Bini Smaghi chiedendo che fosse allungato il tempo di intervento dei singoli soci oltre il limite previsto di tre minuti. L'intervento di Bianchi è stato accompagnato da urla, fischi e battimani polemici. La richiesta è stata subito messa ai voti e respinta a larga maggioranza.
L'assemblea è iniziata con oltre mezz'ora di ritardo rispetto all'orario previsto per consentire al maggior numero di soci di entrare e, nonostante questo, il presidente ha iniziato
a parlare quando ancora fuori c'erano almeno 500 persone in attesa di accreditarsi. Come da statuto, giornalisti e telecamere vengono lasciati fuori dal teatro, nonostante molti dei soci abbiano chiesto, più o meno ufficialmente, la possibilità di far entrare la stampa ad un'assemblea che si annuncia comunque molto tesa e vede per la prima volta nella sua storia la contrapposizione tra due liste per la gestione del futuro dell'istituto.
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